La presenza di ripetizioni è una caratteristica formale tipica dei poemi omerici e di una poesia che, prima di giungere a una redazione scritta, è stata per secoli composta e trasmessa oralmente. Questo studio si interessa a una particolare categoria di ripetizioni: quelle pronunciate dagli ἄγγελοι, intermediari della comunicazione a distanza in un universo narrativo caratterizzato a sua volta dalla trasmissione orale dell’informazione. La presentazione estensiva, in forma diretta, sia del discorso del mandante del messaggio sia di quello dell’ἄγγελος (messaggero umano o divino, araldo o ambasciatore), consentono di apprezzare la tecnica discorsiva di quest’ultimo, tesa tra ripetizione esatta (verbatim) e riformulazione. Tale tecnica può essere letta in chiave metapoetica e impiegata come punto di partenza per indagare, da un lato, i meccanismi compositivi che stanno alla base della poesia omerica, dall’altro la rappresentazione delle relazioni tra mondo divino e mondo umano. Principalmente focalizzato sull’Iliade, lo studio si interessa anche all’Odissea, rilevando e spiegando le differenze esistenti tra i due poemi quanto alla mise en scène narrativa della comunicazione a distanza.
Il libro tratta di una categoria di ripetizioni presente nell’epica omerica, in particolare nell’Iliade: quelle pronunciate dagli ἄγγελοι, intermediari della comunicazione a distanza (messaggeri, araldi, ambasciatori) in un universo narrativo caratterizzato dalla trasmissione orale dell’informazione. Lo studio di tali ripetizioni consente di esplorare, sotto nuova luce, lo scenario performativo, culturale e religioso dei poemi omerici.